Innanzitutto occorre ricordare che il prestito può essere richiesto da tutti i pensionati che risultino essere titolari di una pensione di vecchiaia, anzianità o reversibilità e, in misura minore e con qualche restrizione, anche da chi possiede pensioni di invalidità o di inabilità.
Età Massima
Solitamente il prestito viene concesso a pensionati che non abbiano superato i 75 anni d’età, anche se in rari casi viene concesso anche a chi ha più di 80 anni (per approfondimento, leggi questo articolo).
La concessione del prestito è, comunque, influenzata da altri fattori, come il numero di rate previste per il rimborso (che sono sempre comprese tra i 36 e i 120 mesi) e dal costo dell’assicurazione sulla vita che aumenta di pari passo con l’età di chi richiede il prestito.
E’ opportuno ricordare che, per poter ottenere un finanziamento tramite la cessione del 5° è sempre obbligatorio stipulare una polizza sul rischio vita come garanzia per l’ente che concede il prestito.
Calcolo della rata
Per quanto riguarda l’importo della rata questo è sempre fisso e corrisponde ad un massimo del quinto della somma di tutte le pensioni che il richiedente riceve dall’ente INPS.
Quando si effettua il calcolo della cessione della quinta parte della pensione non vengono mai computati altri eventuali redditi che il pensionato possiede ma soltanto, come già detto, tutte le pensioni che egli percepisce dall’INPS.
Nell’eseguire il calcolo della cessione della quinta parte della pensione, inoltre, non vengono inserite le pensioni di invalidità erogate per un periodo inferiore ai sei anni, gli assegni sociali e le pensioni di invalidità civile. I tassi di interesse applicati in questa tipologia di prestito sono agevolati, grazie a degli accordi stipulati tra l’INPS e le banche che concedono il prestito.
Cosa dice la legge
Come prevede la normativa per il credito al consumo, il pensionato può imputare al pagamento della rata passiva fino al quinto della pensione (20%).
La cessione del quinto viene disciplinata dall’articolo 1260 del Codice Civile (che attribuisce espressamente a chi vanta un credito la facoltà di cederlo a terzi a titolo oneroso o gratuito) ed è regolata dal DPR numero 180 del 5 gennaio 1950 e dal regolamento attuativo DPR numero 895 del 28 luglio 1950.
Le leggi 311/2005 e 80/2005 hanno in seguito integrato il summenzionato DPR 180 prevedendo, in particolare, il diritto alla cessione del quinto anche per i pensionati (oltre che per i dipendenti delle aziende private).
Infine per quanto riguarda la durata, essa è fino ad un massimo di 120 mesi, mentre di contro la minima abitualmente non è mai inferiore ai 24 mesi.
Per chi è un procinto di andare in pensione, è utile sapere che solitamente il termine massimo della durata non può eccedere quello del rapporto di lavoro, tranne che nei dipendenti ministeriali, i quali possono decidere se estinguere il debito o traslarlo sulla pensione.