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Fosse biologiche per case prefabbricate: cosa sono e come vengono disciplinate

Le case prefabbricate chiavi in mano sono delle soluzioni abitative economiche ed ecologiche, tanto da rappresentare per molti il futuro del vivere meglio.

In Italia, soprattutto in passato, non c’era tanto la concezione del prefabbricato, in quanto veniva considerato qualcosa di poco sicuro. Niente di più sbagliato! Una casa prefabbricata è semplicemente diversa rispetto a quella in muratura ma ha lo stesso grado di sicurezza, tutti i dettagli sono estremamente curati e i materiali certificati. Inoltre, è possibile una vasta scelta architettonica e si possono realizzare degli edifici completamente personalizzati, con zero limiti alla fantasia.

Come qualsiasi altra abitazione anche le case prefabbricate richiedono gli allacciamenti di luce, gas e rete fognaria. Soffermiamoci adesso sul problema degli scarichi delle acque reflue, cercando di capire in cosa consistono le fosse biologiche, cosa sono e cosa prevede l’attuale normativa in materia.

Cosa sono le fosse biologiche

Quando un edificio è piuttosto isolato (come accade nella maggior parte dei casi per le abitazioni prefabbricate) non è collegato ad una rete fognaria e si pone ovviamente il problema dello smaltimento delle acque reflue provenienti dagli scarichi della cucina o del bagno. Per sopperire a tale tipo di problema esistono le fosse biologiche, particolari strutture, interrate ad almeno 1,2 metri di profondità e statiche, realizzate perlopiù in calcestruzzo, pvc o vetroresina, e dotate di una botola sulla parte superiore necessaria per le operazioni di ispezione e manutenzione. Le fosse biologiche, definite anche settiche, si caratterizzano per la presenza di due tubi, uno di mandata che riceve le acque nere (gli scarichi del water) e grigie (tutti gli altri scarichi provenienti da bagno e cucina) e uno di uscita che conduce l’acqua ormai depurata verso l’esterno.

In sostanza, per impedire ingorghi, i rifiuti solidi sedimentano nel comparto superiore mentre in quello inferiore, ad esso collegato, avviene la fermentazione batterica dove il liquame depurato viene poi direzionato verso l’uscita e disperso nel terreno.

Un’operazione di primaria importanza è quella di manutenzione e pulizia della fossa biologica che, per legge, deve avvenire almeno una volta l’anno. Collegandosi al sito LaSpurghi.com si può usufruire di un servizio di vuotatura e pulizia delle fosse biologiche, nelle province di Milano, Bergamo, Como, Lodi, Monza Brianza e Varese. Grazie a personale altamente qualificato e a mezzi di ultima generazione, Autospurgo La Spurghi offre un servizio di pronto intervento rapido ed efficiente, disponibile 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno.

Cosa prevede l’attuale normativa sulle fosse biologiche

Ad oggi, la normativa che regolamenta le fosse biologiche è la Legge n. 319 del 1976 a cui si aggiungono le normative locali, tra cui i numerosi regolamenti regionali, provinciali e comunali.

Chi intende installare una fossa settica deve richiedere al Comune di competenza un’apposita autorizzazione.
I documenti che vanno allegati alla richiesta possono essere diversi e cambiano da Comune a Comune ma, in linea generale, insieme alla richiesta vanno allegati i seguenti documenti:

  • una relazione geologica;
  • una relazione tecnica posta in essere da un professionista quale un geometra, un architetto o un ingegnere;
  • un progetto nel quale verrà indicata la posizione della vasca e dove verrà installato l’impianto.

L’autorizzazione una volta rilasciata avrà una durata di 4 anni decorsi i quali andrà rinnovata.

Una fossa settica, se mantenuta in buone condizioni, può durare perfettamente efficiente fino a 40 anni. Anche in quest’ottica la normativa vigente impone ai proprietari di una fossa settica di provvedere alle operazioni di manutenzione e di pulizia almeno una volta l’anno. In caso di inosservanza di tale obbligo si configura una violazione dell’art. 674 del codice penale, punito con ammenda e, nei casi più gravi, anche con l’arresto. Infine, in caso di fossa biologica non a norma si può andare incontro a sanzioni decisamente salate il cui importo può andare da un minimo di 600 euro ad un massimo di 3mila euro per le case isolate, ed arrivare fino ai 60mila euro nel caso di condomini.

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