I diritti di un’azienda protestata

I diritti di un’azienda protestata

Sollevare i protestati nell’emergenza Covid

Misure in materia di insolvenza delle aziende sono state disposte dal Decreto Legge nr.23 del 2020. L’intento di questo intervento governativo visa a dare uno spiraglio di luce nelle pratiche macchinose di fallimento, concordato, dello slittamento del codice crisi d’impresa e dei termini di scadenza dei titoli di credito.

Salvaguardare le aziende che si trovano in crisi, è una grande responsabilità, aggravata dalle pesanti conseguenze legate all’emergenza Corona virus.

Proibito Ricorrere

Le disposizioni dell’articolo 10 del DL nr.23 specificano che i ricorsi e le richieste per dichiarare fallimento e stato di insolvenza saranno sospese o comunque improcedibili.

La legge specifica che sono materia del decreto solo le istanze di fallimento depositate dal 9 marzo al 30 giugno.

La continuità aziendale vale più dell’identità dell’imprenditore

Nuove disposizioni anche per i concordati preventivi e per gli accordi di ristrutturazione del debito. Sono prorogati di sei mesi i termini di adempimento dei concordati e delle ristrutturazioni aventi scadenza tra il 23 febbraio 2020 e il 31 dicembre 2021.

La continuità dell’impresa ottenuta grazie al concordato, dovrà essere oggettiva e deve poter continuare anche dopo la procedura, prescindendo dall’identità dell’imprenditore.

Strumenti adeguati in soccorso delle aziende in crisi

Il Codice della Crisi ha abrogato la vecchia legge fallimentare. L’impresa si avvale del concordato per recuperare le potenzialità aziendali, che sono presenti in situazioni di insolvenza non irreversibili.

La prosecuzione imprenditoriale

L´art. 84 definisce le figure del concordato specificando che il concordato in continuità´ aziendale trae i mezzi destinati al soddisfacimento dei creditori, in misura rilevante dai proventi che derivano dalla prosecuzione imprenditoriale.

Il Comma2 sottolinea che l’attività dell’azienda deve essere funzionale a ripristinare l’equilibrio economico e finanziario. La specifica vuole assicurare che, una volta soddisfatti i creditori, l’impresa sia in grado di riposizionarsi adeguatamente sul mercato.

Qualsiasi forma purché lecita

Il concordato liquidatorio e la ristrutturazione dei debiti sanciscono che la soddisfazione dei crediti può avvenire attraverso qualsiasi forma purché lecita. È attraverso il ricavato della liquidazione del patrimonio che l’azienda riesce a salvarsi dalla serrata.

L’attribuzione dell’attività e presieduta da un assuntore del debito, e i creditori posso essere divisi in classi differenti. Ciò è possibile a patto di non alterare l’ordine delle cause legittime di prelazione.

Slitta il codice di impresa

Il Codice Crisi d’Impresa è stato rinviato a settembre 2021, quindi in una confusione generale di scadenze e termini ritrattati le aziende non sanno più che pesci pigliare.

Esiste una soluzione adeguata che va in aiuto delle imprese in sofferenza. Contattando CONTO PROTESTATISERVICE.IT ti renderai conto che è vietato fallire. Una possibilità di dare ossigeno all’imprenditore che non sa più muoversi nella jungla legislativa.

Sospesi i termini dei titoli esecutivi

Per aumentare la confusione di date, ricorsi e slittamenti, sono sospesi i termini di assegni e cambiali. Anche la pubblicazione dei protesti slitta.

La sospensione vale anche a favore degli obbligati in via di regresso, o di garanzia.

Abbiamo bisogno di dare più valore alla consulenza, per non essere travolti da tempistiche legislative che non dipendono dall’azienda già in difficoltà.

L’insidia degli assegni e delle cambiali

Nell’era dell’informatica e delle criptovalute, l’economia reale, fatta da imprenditori che si sporcano le mani tutti i giorni, è ancora molto legata alla carta. Sono molti i settori che esigono lo scambio di assegni e cambiali come strumento di garanzia degli impegni assunti.

Questi titoli nascondono un’insidia, alla quale le aziende non prestano la dovuta attenzione.

Insoluti, Riba, levate di protesto, tutta questa confusione perché l’imprenditore ha firmato assegni e cambiali per calmare i fornitori imbufaliti.

Rilasciando assegni e cambiali il fornitore ha un’arma in più per fare pressione. Viene meno l’elasticità di spostare i pagamenti in caso di difficoltà. Ci si espone al rischio di segnalazione se non si ha la dovuta copertura nelle banche per protestati. Si cade nella revoca delle linee di credito, nel blocco delle forniture, si viene segnalati nei report commerciali.

Può portare anche al fallimento ed essere usato come prova dell’insolvenza dell’azienda.